Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Meditando sul conflitto russo-ucraino. (1)
- salvatore
- 9 mar 2022
- Tempo di lettura: 8 min
La guerra scoppiata alle nostre porte, che ci sembra ben più guerra di quella cui abbiamo assistito poco tempo fa nella ex-Iugoslavia che pure era un po’ più alle porte, come spesso capita sta creando anche una guerra di opinioni.
Ho detto opinioni, ma ho sbagliato.
Le opinioni sono i pensieri contrapposti di persone che si confrontano e magari litigano tra loro. Qui il confronto è scarso, l’aperta difesa di Putin nella prevalenza del mondo democratico per ora si sta evidenziando solo molto parzialmente e non certo in forma decisa, nel senso che, vista l’enormità di ciò che sta accadendo, pochi hanno la sfacciataggine di dichiararsi sostenitori del neozar Putin (sarebbe più da definire il neonazist), non in “chiaro” almeno, a parte certe forme definite “di pacifismo”..
Perfino un tizio come Salvini, che ha incensato il dittatore russo in lungo ed in largo, tessendone le lodi anche in occasioni che non necessariamente lo richiedevano, a testimonianza di una sua stima genuina, perfino lui ora, pur non nominandolo tra i cattivi, non ha il coraggio di sostenerlo fino in fondo, anzi ha promesso che si recherà a Kiev o in Polonia al confine con l’Ucraina per essere portatore di pace! Cosa che assomiglia tanto a programmare un intervento di chirurgia plastica ginecologica per rifarsi una verginità molto inavvertitamente persa! Ma poi perché in Ucraina? Da amico e stimatore di Putin è da lui che dovrebbe andare per intercedere per la pace.
Credo in realtà che una sorta di guerra dei pensieri stia manifestandosi nella mente di tutti quelli che non vogliono trattare eventi simili tagliando corto in modo semplicistico, salva restando e ben ancorata in mente la conoscenza di dove comunque di base stia la ragione, almeno prevalentemente.
Prima di dare il via a considerazioni che affrontino le incertezze che sento sollevare in giro, oltre a quelle che personalmente ho, vorrei infatti che fossero chiari due concetti che considero per me irrinunciabili:
1. chi ha scatenato la guerra ed è il colpevole fondamentale di una situazione abominevole come quella in corso è Putin.
2. L’Ucraina come Stato territorialmente indipendente ha tutto il diritto di esistere, quindi di difendersi e auspicabilmente di essere aiutata a difendersi.
Si tratta per entrambi i contendenti di imbarcarsi e combattere una guerra, cioè di una violenza da mettere in campo, sì, peccato che tra le due violenze ci sia una differenza fondamentale. Quella di Putin è una violenza che vuole risolvere veri o presunti problemi aggredendo, quella degli Ucraini è una violenza che cerca di difendersi.
Allora, vi starete chiedendo, quale è il problema visto che pongo delle affermazioni così decise.
Il problema, anzi i problemi nascono dal non voler dare risposte semplicistiche ad alcune asserzioni e dubbi lanciati qua e là da tanti, esperti di geopolitica, storici, giornalisti, intellettuali come anche da persone “comuni” e anche, permettetemelo, dai ragionamenti che io stesso posso fare e dai dubbi che io stesso posso avere.
Quelle che ascolto devo considerarle in definitiva tutte obiezioni che hanno senso e verità?
Leggo ad esempio in un messaggio che circola su whatsapp, probabilmente assunto da facebook, alcune dichiarazioni sulle quali in base a ciò di cui mi sono informato mi vengono da fare delle osservazioni.
1-Pensate che Putin potesse tollerare l’espansione della NATO ai suoi confini più prossimi?
Affronto la risposta in senso virtuale ed in teoria, in base cioè a quelli che sarebbero principi di pacifica convivenza, diritti politici, leggi internazionali, trattati, accordi e convenzioni, tutte cose quasi universalmente accettate quanto spesso disattese nella pratica, ma che, quando rispettate, oltre all’impiego delle “sanzioni”, sono le sole reali “armi non letali” .

A chi ritiene quanto riportato nel suddetto messaggio di whatsapp cosa ovvia e accettabile chiedo però: ma ogni nazione in base alle suddette leggi internazionali, diritti politici etc, non è libera di decidere con chi essere in sintonia maggiore e chi tenere a maggiore distanza? Con chi stabilire alleanza e chi guardare con un certo sospetto? O ci sono nazioni cui arbitrariamente dobbiamo rispetto e sudditanza e altre che possiamo di fatto classificare di serie B?
Che questa affinità venga da un popolo scoperta e sostenuta per sua reale e intrinseca convinzione ideologica o sia in qualche modo conseguente ad accordi economici, accordi commerciali o scambi sociali e simili con i più potenti è a questo punto ininfluente, in quanto tutti questi sono rapporti e situazioni che è noto stabilirsi automaticamente sia nella vita dei singoli uomini, quanto nell’ambito dei gruppi sociali così come delle nazioni. Ritengo caso mai che sia importante che non assumano aspetti di un vero e proprio ricatto vincolante oltre la disponibilità di ciascuna parte e non ho difficoltà a riconoscere che ad applicare tale metodologia sotterranea di rapporti, quando in modo sporco non fanno intervenire la loro CIA, sicuramente nazioni come gli USA sono diventati notevolmente esperti, ma spero che nessuno sia tanto anima candida da credere che la stessa cosa non valga per l’attuale Russia, nonché precedente URSS.
Per non citare la Cina che, senza colpo ferire né essere ferita, sta letteralmente comprandosi con accordi commerciali e di lavoro interi pezzi di Africa. Allora? Diventerebbe forse giustificato fare guerra a qualche paese africano perché temiamo attraverso lui un danno dalla Cina o piuttosto cercare di contrastarla e di opporsi in maniera pacifica, impiegando cioè analoghi meccanismi economici, finanziari, sociali, etc?
A proposito della Russia (o ancora dell’URSS ?) inoltre, chi è meravigliato della fuga da essa in questi ultimi anni da parte di tanti popoli verso la NATO dovrebbe ricordare il piccolo particolare (!) che quell’intera fascia di nazioni, di cui l’Ucraina fa parte, sono state obbligate per cinquant’anni a vivere alle dipendenze ed in base ai comodi russi, anzi dell’URSS, dovendole obbedienza assoluta, pena anche per minime “deviazioni”, guarda un po,’ di invasione (Ungheria, Cecoslovacchia).
Molti in definitiva, secondo me con un certo cinismo, criticano pesantemente il fatto che l’Europa non abbia a suo tempo lasciato le nazioni dell’est europeo, ex vassalli dell’URSS, nella condizione di Stati-cuscinetto.

Scusate, con quale diritto? Chi ha il diritto di dire ad uno stato “tu mettiti in mezzo tra noi due grossi contendenti perché così ci ammortizzi eventuali danni” (perché questo è il compito di un cuscino)? Trovo che questo modo di ragionare semplicemente rispecchi la vecchia mentalità colonialista. Che alla fine le cose vadano spesso di fatto in questo modo, non sono così ingenuo e sprovveduto da non vederlo e saperlo, ma non accetto che un concetto simile sia ufficialmente e “legalmente” sostenuto.
Cosa vuol dire: “Putin non poteva accettare espansione della NATO”? Vuol dire che le nazioni “ex-URSS” (badate non Polonia, Moldavia, Lituania, Ungheria etc ma nazioni ex-URSS), l’Europa, il mondo intero devono e possono prendere le decisioni solo in base a ciò che Putin può o meno tollerare? Vedo male questo concetto nel momento in cui la stessa sorte dell’Ucraina toccherà appunto alla Moldavia perché anche lì ci sono minoranze russe “da difendere” (in quale nazione del mondo non ci sono minoranze di qualunque tipo?), o alla Polonia perché la Russia diventata sempre più “grande”, (territorialmente ma non in civiltà) e confinando con la Polonia stessa non potrà tollerare armamenti della NATO così vicini e così via, magari di nuovo fino alla Germania dell’Est.
2-Pensate che gli USA e la NATO non sapessero che piazzare missili nelle basi NATO dei paesi della ex Unione Sovietica avrebbe costretto Putin a reagire per una questione di sicurezza nazionale?
Come ho accennato a me sembra che questa sia in gran parte, se non del tutto, una scusa, una specie di “casus belli” volutamente cercato: “Cur, inquit, turbulentam fecisti mihi aquam bibendi?” (Perché mi hai sporcato l’acqua che devo bere?) Sarebbe il lupo russo che protesta per il danno di avere missili vicini al suo confine. “Qui possum? A te decurrit ad meos haustus liquor.” (Ma come è possibile se è da dove sei tu che l’acqua arriva alla mia bocca?). E’ la pacifica risposta che l’agnello ucraino tenta di dare, cioè io non posso nuocere a te ma siccome ho sperimentato la vita con te, sono io che voglio vivere più sicuro.
In più, se vogliamo dare al tutto un senso militare, questa condizione non può essere inaspettata, ma quasi ovvia: “ se io sono dalla tua parte ho i tuoi armamenti, se sono dalla parte opposta ho armamenti dagli altri” e questi sono comunque difensivi ed io non ho intenzione, interesse, capacità di attaccarti.
Non mi sembra infatti che in questi ultimi decenni o da quando la NATO esiste, abbia violentemente esercitato i suoi voleri, abbia cioè invaso altre nazioni che voleva affiliare e torniamo al discorso precedente: avrà senz’altro esercitato un suo potere di convinzione con altri metodi che, se non hanno implicato guerra né violenza sotterranea (tipo guerriglia), sono da definire comunque pacifici, si sia o no concordi con il risultato ottenuto. Non riesco ad accettare che si sia così accecati da pregiudizi da non voler valutare alcune differenze fondamentali, che non renderanno certe nazioni in tutto un paradiso, ma non sono confrontabili all’inferno di altre.

In questi ultimi tempi invece la Russia, anche quando non aveva ancora, a detta di tutti, nemmeno riacquistato il suo completo potenziale bellico (attualmente penso di sì) ha fatto guerra alla Cecenia, alla Georgia, alla Crimea e da otto anni circa a una parte dell’Ucraina stessa (il Donbass) e non per interposto esercito, m direttamente con il suo.
Tra l’altro a proposito di questa obiezione, mi sembra di ricordare che durante il periodo della cosiddetta guerra fredda l’URSS e le nazioni del Patto di Varsavia, nazioni private della loro identità e in realtà colonie in tutto dell’impero russo, fossero esattamente confinanti con le nazioni che facevano parte della NATO e, indipendentemente dai giudizi o pregiudizi che si possono avere per l’una o l’altra parte, sappiamo tutti che il dopo guerra calda è stata una lunga situazione durante la quale entrambi i blocchi avevano postazioni missilistiche, anche nucleari, che si fronteggiavano direttamente o si potevano, volendolo, colpire altrettanto direttamente e rapidamente.
Il punto diventa allora chiedersi quale sarebbe dunque nell’attuale situazione il rischio di peggioramento della sicurezza per la Russia di oggi. Dove sarebbe il problema di sicurezza nazionale venutosi a creare ex-novo per la Russia?
Mi sembra più che altro una maniera di nascondere la reale volontà di avere nazioni sottomesse; se ci penso bene a quei tempi c’è stata viceversa e per decenni addirittura parzialmente una città, Berlino, che ha vissuto come un’enclave occidentale totalmente circondata dai “nemici”. Non è stato per questo scatenato un nuovo conflitto e in quei tempi di iniziale dopoguerra dovremmo tutti ricordare e ammettere che la supremazia in armamenti l’avevano gli USA, unici detentori della bomba atomica.
Ci sarà chi obietterà che l’Europa è anch’essa controllata dagli USA. In molte situazioni concordo che sia così (sinceramente non so se anche adesso in così tante come una volta), ma mi permetto di dire che si tratta di un controllo almeno un po’ meno “soffocante”, così come mi permetto di notare che nemmeno dagli USA siamo stati mai stati militarmente invasi (è vero che abbiamo basi militari sul nostro territorio ma questo è appunto soltanto la diretta conseguenza dell’esistenza della NATO e altre nazioni sono in medesima condizione) e osservo questo pur non essendo affatto un estimatore della politica estera americana, pardon statunitense
Per quanto precede affermo che il tutto è indipendente da problemi di sicurezza per la Russia, la quale una trentina di anni fa aveva addirittura chiesto di poter “entrare” nella NATO (spero non intendesse nello stesso modo che ha impiegato con l’Ucraina) e se ne dovrebbe dedurre quindi che non la ritenesse un’organizzazione politico-militare pericolosa.
Ribadisco che il tutto ha il sapore di una scusa, vale a dire che in pratica c’è stata la ricerca di un’opportunità per scatenare un’aggressione.
Continuiamo con le “verità “ trasmesse.
segue....
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