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PALOMBELLI ovvero TREMATE, TREMATE, LE STREGHE SON TORNATE

  • Immagine del redattore: salvatore
    salvatore
  • 26 set 2021
  • Tempo di lettura: 6 min

“Tremate, tremate, le streghe son tornate””.

Un grido di battaglia che, con spirito ironico, in altri tempi indicava un balzo in avanti compiuto dalla "parte femminile" della società.

Alcuni lo hanno creduto tale, altri lo hanno temuto tale.

In realtà era solo un inizio di balzo in avanti, anche considerando la notevole resistenza in questo campo svolta già allora da tutto il resto della società, compreso da quelli che erano compagni di strada in altre lotte, ma (si direbbe ora) non in quella “di genere”. In realtà più che balzo è stato piuttosto un forzoso strisciare che comunque, anche se a singhiozzo, ha portato a più o meno lenti cambiamenti in meglio. Ma ora?


“Tremate, tremate, le streghe son tornate”.

Questo slogan mi sembra assumere ora una valenza più realistica che ironica, nel senso che rivela in tutta la società un andamento appunto opposto a quello di un tempo ed è diventato uno slogan che ben si adatta all’evoluzione della realtà attuale. Senza dover tergiversare in interpretazioni ci riporta ad un ambiente che equivale ad un ritorno al Medioevo, ovviamente a quello culturale. Mi sembra inoltre che questa volta il tornare indietro sia un fenomeno accelerato e non il lento strisciare con cui nel passato si sono invece ottenuti i progressi.


“Tremate, tremate, le streghe son tornate”.

Di questa regressione in molti campi accenniamo solo all'attuale condizione della donna: femminicidi come se piovesse e forse nemmeno nel Medioevo erano così tanti, a patto che la donna se ne stesse buona nell’angolo a lei riservato (e ci stava); stupri e violenze ad ufo sulle donne e probabilmente questi erano più che abbondanti anche in quei tempi; tante altre ingiustizie moderne che, mi scusino le donne, ma rispetto ai precedenti crimini riesco solo a considerare come situazioni di meno urgente gravità.

Senza dubbio al centro l’uomo.

Prima infatti aveva solo le sue pretese da far rispettare, ma ormai in qualunque campo si è accorto che non conta più solo lui; prima i ruoli sociali non erano sovvertiti rispetto alla sempre dannata tradizione assunta quale bene assoluto da perseguire, ora sa che bisogna condividere.

Ora il maschietto si sente minacciato. E reagisce. E torniamo indietro.

L’uomo è senza dubbio colpevole di questa regressione nel tempo con ritorno ad una violenza di rapporti che ci si illudeva fosse sulla via del tramonto.

Penso anch’io però che compartecipe a creare ostacoli sia in parte anche la stessa donna, anche se non certo nel senso che ha voluto dargli la giornalista Palombelli, anzi direi che se ciò avviene è proprio perché spuntano in continuazione a vari livelli sociali personaggi come la Palombelli. Pur con tutti i “perdoni” da concederle perché mi risulta abbia “chiesto scusa”.

Si può come ha fatto lei, giornalista, genere femminile, un tempo sedicente progressista, commentando l’ultimo femminicidio, adombrare l’ipotesi che almeno in certe situazioni delittuose possa esserci dietro solo un povero maschietto angosciato ed oberato da una moglie o compagna o amante opprimente? Intendiamoci, ci ripetiamo che ogni opinione deve avere il diritto di manifestarsi, quindi anche questa, ma mi viene da pensare che una considerazione del genere potrebbe avere avuto magari un senso speculativo “serio” qualora fosse avvenuta in un dibattito volto ad affrontare e discutere “in teoria” l’argomento violenza, raccomandando per esempio a chi vive insieme di non arrivare ad esacerbare i reciproci rapporti. Ma non può essere pacificamente accettata quando si sta commentando uno specifico fatto che è culminato in omicidio.

In questo modo non si fa altro che gettare l’ombra di correità sulla vittima e senza avere alcun dato. La violenza tra le mura di casa finisce per far accettare a maggior ragione quella che avviene all'esterno. A me sembra che così abbiamo quasi la versione macabra della giustificazione che si fornisce per stupro di una ragazza che passa per strada in minigonna.

Comunque, ammesso di avere di fronte una moglie veramente assillante, non si può giustificare e quasi autorizzare l’omicidio come unica soluzione accettabile, risolutiva e giusta. Banalmente si può considerare che esisterebbe da sempre (perfino per la religione cattolica) per esempio la possibilità di separarsi, piuttosto che arrivare a tanto. Dagli anni ’70, dal punto di vista civile, per fortuna non esiste anche la possibilità di divorziare?

Per come viene presentato il tutto sembra quasi che esista solo lo sbocco di uccidere e trovare poi qualcuno che, non dico giustifichi, ma trovi attenuanti. Mi è difficile credere che il crescente numero di donne uccise sia improvvisamente da comprendere con il brutto carattere del partner femminile che si concretizzi di necessità in una decisione criminale. Tra l’altro se i “ragionamenti” precedenti fossero validi, se ne dovrebbe dedurre che sarebbero legittimi e giustificati anche per una donna nei confronti di un marito o compagno che sappiamo essere spesso non semplicemente "petulante". Siamo quindi pronti a donne e uomini che si affrontano in un mondo di ecatombe da guerra civile tra sessi, come non bastassero le guerre che spuntano come funghi tra nazioni. Un ritorno al Medioevo, appunto ai suoi crociati, inquisitore, strega, segregazione e roghi punitivi.



“Tremate, tremate, le streghe son tornate”

Tra l’altro a proposito di giustificazioni che lasciano (eufemisticamente) perplessi mi viene qui in mente anche la ormai famosa sentenza di appello del tribunale di Bologna di qualche anno fa (recentemente però annullata dalla Cassazione) nella quale il Tribunale aveva dimezzato la pena dell’omicida maschio (16 invece di 30 anni) invocando, previa perizia psichiatrica, l’attenuante della “tempesta emotiva” che lo aveva sconvolto.

Vorrei che mi venisse spiegato magari dai giudici quale omicidio non avviene in seguito ad un qualunque tipo di “tempesta emotiva”; probabilmente solo quelli premeditati per ottenere eredità o premi assicurativi; forse solo un omicidio che avviene casualmente durante una rapina in banca, anche se a questo punto, fossi l’avvocato, invocherei la tempesta emotiva insorta per la paura folle di essere catturato ed imprigionato, e così via. Quindi quasi ogni omicidio per definizione avrebbe fisse non solo attenuanti “generiche”, ma anche “specifiche”. Ugualmente però anche una donna potrebbe invocare tempeste emotive nei confronti del compagno-avversario. E torniamo alla guerra "tra i due mondi".

Si badi bene, non appartengo a chi crede che il solo essere donna significhi essere migliore comunque e giustificata comunque.

A parte tante situazioni vissute personalmente o da persone vicine, in cui certe protagoniste femminili mi ricordano continuamente come una simile equazione non possa e non debba essere fatta, a proposito dei recenti scandali sessuali legati al produttore Weinstein, sono molto d’accordo con le parole di un’intervista all’attrice Ali MacGraw (attrice principale ora settantenne ma indimenticabile dello struggente film classico Love story) che alla domanda su come vede la situazione delle donne ad Hollywood, risponde “…E’ una questione lacerante; non ci sono scuse e non ho nessuna tolleranza per chi sfrutta una donna, ma ci sono anche attrici che accettano proposte di compromesso e pressioni offensive pur di ottenere un determinato lavoro...

Insomma non sopporto il machismo violento o meno, ma non voglio un domani trovarmi davanti ad una versione al femminile del machismo, con un sessismo o razzismo che diventi verso l'uomo speculare a quello che le donne hanno sopportato e sopportano.

Mi sento alquanto ostile anche al concetto in voga di quote rosa prefissate e meccanicamente considerate. Mi danno l’idea di una ridotta da WWF, con una specie che diventa gioco-forza da proteggere. Mi hanno spiegato però che un passaggio simile è necessario di questi tempi per arrivare in futuro prossimo ad una tranquilla attribuzione dei ruoli apicali indifferentemente ad entrambi i sessi. Ritiro allora la mia “opposizione” e, se di passaggio si tratta, accetto e mi dico “passerà”, si arriverà cioè alla scelta dei migliori qualunque sia il sesso di appartenenza o l’orientamento sessuale o la razza o la religione sia tra i politici che tra i managers che tra i professionisti e così andando. Ma l’attuale regredire culturale lo consentirà veramente?

Tremate, tremate, le streghe son tornate

Le femministe di un tempo sia nelle giuste che nelle esagerate lotte sono state delle avanguardie, in definitiva si autoproclamavano streghe ma forse erano solo fate….. un po’ incazzate. Hanno fatto da apripista. Vedo però attualmente nei fatti il ritirarsi da una partecipazione simile nell’ambito di molti problemi e il coinvolgimento sull'affidarsi ad una convivenza che rispetti un elementare grado di diritti e tolleranza mi sembra meno sentito, basta vedere quali sono recentemente i partiti più appoggiati, figuriamoci poi il pretenderlo tra estranei! Da parte di tutti, anche delle donne, dirette interessate.

Mi si dirà con l'eccezione del movimento metoo#. Vero, pur con le perplessità che io ho sul fenomeno e che sono legate al manifestarsi di una denuncia che, mi si permetta di dire, è stata spesso un po’ troppo tardiva e conseguentemente ha lasciato spazio nel tempo a tanti altri episodi analoghi per tante altre vittime, quando e se “vera” e contemporaneamente, quando e se “inventata”, ha messo i presunti colpevoli qualora innocenti, nell’unica posizione di dover subire senza potersi difendere efficacemente, vista la grande distanza dagli episodi incriminati.


Dove sono finite le folle che manifestavano? Anche in questo campo ciascuno ha cominciato ad interessarsi solo al proprio "particolare". Temo che forse le avanguardie si sono spinte avanti illudendosi dai primi successi di essere seguite da un esercito, donne e uomini, che invece è andato sfaldandosi. Sono state circondate, circoscritte e in tanti aspetti vengono respinte dal nemico e addirittura gli ex-seguaci le hanno abbandonate o addirittura nei fatti quasi gli si rivolgono contro; un po’ come si è sbriciolato ed è in gran parte passato in un attimo “dall’altra parte” l’esercito regolare in Afghanistan incontrando i Talebani,

Altra prova manifesta di un ritorno all'oscurantismo.

Ma questo è un altro discorso.

 
 
 

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